Yugo in Incognito – Uomini senza gomiti


Gli “Yugo in Incognito” sono una band che ha iniziato con sonorità molto reggae, punk e ska e che in questo lavoro ha virato più nello “school rock”. Alessandro Accardi (batteria), Andrea Scordia (basso), Bernardo Nardini (chitarre & keyboards), Lucio Leoni (voce & sequenze) sfornano un disco con spunti interessanti, altri forse troppo leziosi ma che comunque piace, piace perchè è energia pura, è punk rock italiano ben fatto, che ci fa tornare ai primi anni '90 ma che mantiene un filo di innovazione soprattutto nella vocalità di Leoni, molto reggae-ska, donando colore ai brani ed ironia ai testi, anche se un lavoro similare l'avevo fatto prima di loro i Subsonica. Comunque “Uomini senza gomiti” è il primo vero disco della band e merita più di un ascolto, un posto vicino al comodino, una copia nell'autoradio...

 “Vattelappesca”: voce reggae, ritmi psichedelicamente funk, sound travolgente e sinuoso ed un testo ironico quanto basta sono la ricetta che preannuncia questo disco: “Mangio pane e sale tutte le sere prima di dormire, così questa arsura mi fa alzare, devo andare a bere”...

“Smart”: riff di chitarre elettriche da “pogare”, batteria che entra in scena pulita in questo punk-rock “effettato” molto G-Day (Sum 41)...“Se mi chiedessero cosa voglio fare da grande, risponderei sicuramente parcheggiare...”, finale di assoli da “scuola rock” e chitarre stridenti.

“Cosce”: ancora riff per una voce molto tirata che grida: “Cosce, che siano lunghe, toste, toste”... testo assolutamente non-sense con “desinenza” in -sce...

 “500(ino)”: campionamenti alla Subsonica che riempiono un brano che Leoni con la sua voce rende molto ska, così come la batteria... convincente anche il testo “Non sai che Roma

 “My eden”: un intro psichedelico che sfocia in uno ska sincopato, un sound d'inferno per il “paradiso” degli Yugo: “A ciascuno la sua maschera, a ciascuno il suo Dio, ed io non mi interesso, credo a modo mio, non c'è nessuna scusa, il mio Dio sono io”... brano che raggiunge l'apice per poi divenire un etereo reggae un po' dub

“Ragazzi drogati”: chitarre funk-ska con aperture rock su un testo a giustificare i “ragazzini drogati”... “Come farò ad addormentarmi senza canne questa notte, non lo so come farò... (ti fai una camomilla)...”, poi risate e massicce dosi di pillole punk...

 “Cyclette & Abbondanza”: un ritorno alle origini per gli Yugo? Keyboard e fiati delicati, sezione ritmica che non fa altro che mettere la voce di Leoni su un piedistallo, in questo brano davvero convincente e delicato... quando entra in scena la parte solo strumentale diventa molto anni '70... “Parole che non si usano più... goodbye, goodbye, goodbye”...
  
“Stufomarcio”: basso in evidenza come Red Hot Chili Peppers insegnano, intro quasi crossover. Poi entra in scena la voce estremamente reggae del frontman, cori “jamaicani” e giochi di batteria... “So stanco bye bye bye, so stufo bye bye”... testo molto striminzito ma efficace nel contesto perchè in sostanza le parole non sono essenziali...

 “L'onore delle armi”: chitarre e sezione ritmica addirittura metal “Lacrime di coccodrillo di uno stato assunto ad ore”... “Succhia quello che ti resta, io non resto qui a guardare”... brano contro le dinamiche Governo-Stato... “Non si può più stare in questa situazione ad osservare, non si può più stare in questa condizione, seduti a sedere”... a seguire i classici assoli hard-rock...

“Uomini senza gomiti”: un po' a fare il verso ai metallari duri (dietro forse si nasconde un mammone amante dei Pooh?) Il brano si svela un satirico binomio funk/“neo melodico” fatto apposta come si confà ai nostri che pare proprio che ce l'abbiano con i Pooh... “Sono uomini senza gomiti, appese per le scapole e in questo mondo inutile di apericene”... non ci sono più gli uomini soli di una volta... uomini senza gomiti per non dire senza altro...

“I matti”: sound più rilassato e serio: “I matti vanno contenti sull'orlo della normalità come stelle cadenti nel mare della tranquillità... e trasportando grosse buste di plastica del peso totale del cuore piene di spazzatura e di silenzio, piene di freddo e rumore”, a tratti prende il volo rock, evidentemente tema molto sentito dagli Yugo...

 “Dont iscriv yourself to the...”: indipendenti fino alla morte ci verrebbe da dire... nel senso che in questo punk-reggae (che già l'accoppiata ci fa strano ma di fatto è così), la band in italo-english fornisce un consiglio... “dont iscriv yourself to the... beh... bell'arpeggio in conclusione con un uso possente degli strumenti...








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