Management del Dolore Post-Operatorio - McMao


Trascinanti e incisivi tornano a due anni di distanza dall’ottimo esordio “Auff” i “Management del Dolore Post-Operatorio”, a ribadire la loro presenza sulla scena musicale nostrana, “McMao” è un album coeso che narra “la folle gioia di vivere male, come metodo di sopravvivenza alla precaria esistenza quotidiana”, centrato sul vero senso dell’esistenza, sull’importanza dei sogni e di mantenere uno sguardo fanciullesco sulla realtà, con spirito critico e senza pregiudizi, coi toni irriverenti e beffardi a cui il gruppo ci ha abituato, fra ritmiche incalzanti e ritornelli killer, supportati da sempre ottimi arrangiamenti. 

“La scuola cimiteriale”: “li ho realizzati tutti ma i sogni che ho vissuto sono una parodia di quelli che avevo sognato” dall’incedere sinistro e marziale, con interessanti varianti melodiche nel ritornello: “statisticamente i materassi durano molto di più dei matrimoni e dei rapporti quelli sono dei posti che assomigliano a degli incubi”

“Hanno ucciso un drogato”: molto intensa, variegata nei suoi cambi di tono e di ritmo, per il resto ci troviamo di fronte a un brano elettro pop di sicuro impatto:“oggi hanno ucciso un drogato e ho visto Dio che ha pianto perché lui vorrebbe volare ogni tanto e perché quelli che vivono uguale hanno un’idea della bellezza così volgare pensano che sia una cosa che serve per scopare"

“Coccodè”: “perché l’educazione non la impari da un libro”, un riuscitissimo incontro tra CCCP e i Subsonica

“Oggi chi sono”: “io non credo nei rapporti io non credo nei sentimenti a me piacciono i contanti conto solo sui contanti” decisamente più pop easy che ben si adatta al testo che ribadisce che viviamo nell’epoca dell’apparenza e del denaro, dove tutti hanno un prezzo

“Il cantico delle foto”: “questa è la mia conclusione se la vita è uno sport io non sono un campione” filastrocca cantautorale colorata di elettronica leggera, “la luna mi è sembrata così cretina dalla prima volta che ho visto una lampadina”

“La pasticca blu”:”ma come fanno in Africa ad amarsi col caldo che fa” ritmica incisiva con le chitarre a punteggiare “adesso tornerò single come il papa”

“James Douglas Morrison”: “la bellezza dei nostri sbagli si scontra con la necessità dei loro portafogli, loro ti portano su un piatto d’argento e sognano che tu ci muoia dentro” piglio funky e virata melodica nel ritornello “mi butteranno via senza niente in tasca forse era meglio se morivo nella vasca”

“Requiem per una madre”: incedere ipnotico che esplode in un grandissimo ritornello tra armonie e dissonanze “vado a dormire all’infinito come ogni uomo con il contratto indeterminato a lui che parla dei suoi grandi passi e non capisce che per quanto mi riguarda i grattacieli sono troppo bassi”

“Il cinematografo”:”i film italiani erano il mio vanto ma adesso fanno pena quasi tutti quanti ho il vago sospetto che facciano i film in alta definizione per compensare la bassezza morale delle persone” excursus sul cinema diviso per nazioni, musicalmente il brano arriva, è gradevole, specie nel ritornello, ma è a nostro avviso il più debole del lotto

“Fragole buone buone”: versione abbastanza fedele all’originale di Carboni, accentuandone la componente ritmica

“La rapina collettiva”: ballad quasi alla Luca Carboni per restare in tema con la traccia precedente: “ce la puoi fare amico ce la puoi fare è come quando ti svegli col tuo stesso russare” che usa la metafora del bambino che gioca alla guerra coi pastori del presepe per concludersi in una cantilena liberatoria:“tutte le banche vi apriranno gli sportelli se voi direte le parole magiche: tutti contro il muro figli di puttana questa è una rapina”

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