“Tutto funziona, tutti
sanno qual è il loro posto. Tutti, tranne me”
“C'è della bellezza
nella tua resistenza”
“Viaggeremo sul treno
fino alla fine del binario e poi salteremo giù”
“Divergent” di Neil
Burger è il primo capitolo della trilogia omonima scritta da
Veronica Roth. E' approdato al cinema dopo che il romanzo ha
raggiunto in America la notoria fama di bestseller. “Divergent”
si può definire un concentrato di “Hunger Games” e “Matrix”.
Del primo ne ha mantenuto lo schieramento in fazioni in un'America
post bellica salvata dall'Apocalissi. Del secondo ne ha conservato il
senso. Ricordate cosa diceva Morpheus a Neo? “Matrix è ovunque. E'
intorno a noi... è il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi
per nasconderti la verità”. Ed è proprio questa l'ambientazione
che viene definita distopica, tutto il contrario di come dovrebbe
essere. Come i suoi due predecessori il film si basa sui numeri:
cinque sono le fazioni o razze: i candidi, ovvero i sinceri, sono
coloro che fanno rispettare la legge; gli eruditi, sono insegnanti, i
pacifici sfamano tutti, gli abneganti governano in quanto altruisti e
gli intrepidi difendono la civiltà perchè coraggiosi. Gli esclusi
invece, sono coloro che sono stati cacciati dalle rispettive “razze”.
Beatrice Prior (Shailene Woodley) che con la sua famiglia fa parte
degli Abneganti, assieme a suo fratello, al compimento del 16° anno
di età, deve scegliere a quale casta appartenere. Dopo una serie di
test, la ragazza risulta divergente, appartiene infatti a tutte le
fazioni e a nessuna in particolare, ma la sua testatrice, Tori
(Maggie Q) cerca di proteggerla mentendo sui risultati del test. I
divergenti sono pericolosi, sono minacce ed in quanto tali vanno
eliminati. Al momento della scelta – significativa l'immagine delle
5 vasche contenenti materiale diverso – Beatrice sceglie gli
intrepidi in quanto il suo sangue si scioglie solo vicino al fuoco.
Altri numeri: come Neo (anagramma di One) e Trinity, Beatrice
prenderà il nome in codice di Tris mentre il suo addestratore, si
chiama Quattro (Theo James). Insieme scopriranno l'amore e la forza
di lottare contro una civiltà che li considera solo cifre. Neil
Burger rappresenta con troppa semplicità (ma fatta bene) sullo
schermo, un futuro che deve ricominciare da zero ma che dall'altro
canto mette a repentaglio la libertà e dove tutti vivono in una
sorta di Grande Fratello di orwelliana memoria. Un esercito di
individualismi fondamentalmente, che vivono il distacco dalla
famiglia in maniera definitiva ma che da questa riparte perchè
l'amore vince ancora una volta su tutto, in questo caso su un
sistema, per sovvertire l'ordine costituito alla mercè di potenti
che credono che il popolo sia servo ed ammaestrato. Peccato che
cinematograficamente nella parte centrale, il film si perda un po'
tra simulazioni, giochi pericolosi ma è anche vero che, essendo una saga più che altro per ragazzi, può funzionare, anche se
privo di effetti speciali. Il tutto creato in maniera molto palese.
Il messaggio però è arrivato, forte e chiaro. Il cast è molto
giovane e la gran parte proviene dal mondo telefilmico, che negli
ultimi anni negli USA ha preso il sopravvento: Shailene Woodley ha
raggiunto il successo con la serie tv “La vita segreta di una
teeneger americana”; Theo James si è fatto conoscere nel telefilm
“I fantasmi di Bedlam”; Miles Teller nel ruolo di Peter, ha
ricevuto numerosi premi per il suo ruolo in “Rabbit Hole”;
Meaghan Jette Martin (Susan) è stata già notata in “10 cose che
odio di te”, “Dr House” e “Melissa and Joey”; Jai Courtney
(il temibile Eric) ha interpretato il gladiatore Varro nel telefilm
“Spartacus”; Zoe Kravitz (Christina), come si intuisce dal
cognome, è la figlia di Lenny, già vista in “X Men”; Maggie Q
(Tori) è la famosa Nikita della tv. Tra gli altri, gli affermati
Asley Judd (Natalie Prior), Tony Goldwyn (Andrew Prior) e Ray
Stevenson (Marcus Eaton) e per finire, una inedita e perfida Kate
Winslet nei panni di Jeanine Matthews, che non ha bisogno di
presentazioni. Una chicca, le musiche della colonna sonora, sono
state curate da Junkie XL, ricordate il remix di “A little less
conversation” di Elvis Presley?
“Credi che la natura
umana è una debolezza?...”
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