Sanremo 2015 - Terza Serata


La terza serata del Festival inizia come la precedente con la "gara dei giovani". I primi due a darsi battaglia sono Giovanni Caccamo e Serena Brancale, il primo si presenta con "Ritornerò da te",un brano pop semplice e diretto, canticchiabile sin da subito, "Galleggiare" della Brancale, è l'esatto opposto, è un jazz raffinato, ricco di fascino con un ritornello praticamente incantabile, ma di certo bellissimo, una delle migliori tracce ascoltate sul palco dell'Ariston. Ovviamente passa Caccamo e col sessantotto per cento dei voti, ma non c'era bisogno neanche di scriverlo. L'altra sfida è tra Amara che canta "Credo", una ballad col pianoforte portante, venata di soul, lei ha una voce interessante, peccato il brano sia falcidiato da troppe rime e la melodia puzza di già sentito e Rachele, con "Io non so cos'è l'amore" con Bungaro tra gli autori, è discreta,fresca, con tanto di atmosfera sognante e complice. Passa Amara, anche qui non c'erano dubbi, era la prima ad esibirsi d'altronde, sembra una regola non scritta, ma anche se Conti ribadisce che i brani erano già editi, non è che tutti i votanti li abbiano sentiti primi, ad esempio mia madre che ieri sera voleva votare ma dopo aver ascoltato anche "l'altra" canzone per intero, non ha in pratica potuto. Per il resto bisogna vedere il criterio con cui sono stati fatti gli abbinamenti spesso totalmente differenti tra di loro, come ad esempio la prima sfida di stasera, tra una canzone radiofonica, decisamente pop e una jazz, sarebbe stato più logico per dire che Caccamo si scontrasse con Rachele.



"E lucevan le stelle" in chiave progr rock ad opera di Federico Piaciotti apre ufficialmente la serata delle cover dei grandi successi italiani, inizia il primo gruppo, composto da Raf "Rose rosse" Irene Grandi "Se perdo te", Moreno con "Una carezza in un pugno" e Anna Tatangelo con "Dio come ti amo". Il primo rifà Ranieri in chiave mariachi, un'interpretazione anche vocale poco convincente, forse ha l'influenza, visti gli occhi emozionati come ieri sera, la Grandi invece è fantastica, e rende giustizia aggiornando il brano interpretato da Patty Pravo, Celentano reso da Moreno è reggae, con divertente free style finale, Anna non cambia di una virgola il brano di Modugno e fa bene, interpretazione meno teatrale, riuscita. Nel mentre delle esibizioni avevano fatto il loro ingresso Emma, ancora vestita da bomboniera e Arisa, che non fa le scale perchè ieri sera si è infortunata cadendo da "altre scale". 



Il collegamento successivo con Samantha Cristoforetti, l'astronauta italiana che da 81 giorni è nello spazio, soffre come era facile attendersi tra domanda e risposta, ma è comunque emozionante. Arriva il responso del primo gruppo dove a vincere è Moreno, a sorpresa e forse anche immeritatamente, ma per una volta è stata premiata l'originalità. Arriva Rocio, in abito lungo, luccicante e il secondo gruppo, si apre con Biggio e Mandelli con "E la vita, la vita", di Cochi e Renato, come a dire che se lo sarebbe aspettato chiunque, vista la canzone in gara. Ne fanno una versione swing,non male,mentre Mandelli è diventato papà. "Il volto della vita" portata al successo in Italia da Caterina Caselli è il pezzo di Chiara, che ha le mani ricoperte da brillantini, l'esibizione e l'arrangiamento sono carichi di pathos anche se il brano in se è quello che è. Nesli si presenta invece con "Mare mare" di Luca Carboni, dove ne accentua la parte ritmica e inserisce naturalmente un paio di strofe rap, sinceramente ci aspettavamo di meglio, anche perchè non si sa per quale motivo Arisa la presenti addirittura come se fosse una canzone nuova, mah; Nek si esibisce con "Se Telefonando", di Mina, e la rende bene e canta meglio, confermandosi come una delle note lieti di questo Festival, non l'avremmo mai detto. Per il risultato c'è da attendere, perchè arrivano Luca e Paolo che cantano un brano dedicato sia ai grandi cantautori morti, ma più alle celebrazioni post mortem, humor nero, di certo non banale, oltre a criticare giocosamente Conti e le vallette..."Emma? Con quel vestito sembrava la Clerici", fantastici come sempre. Arriva il verdetto e giustamente vince Nek, assolutamente superiore agli altri. Il terzo gruppo si apre con i Dear Jack che cantano Sergio Endrigo, la loro "Io che amo solo te" è pop rock ma abbastanza rispettosa dell'originale, più che sufficente e prosegue con Grazia di Michele e Platinette, nel senso che Maurizio si presenta nei panni del personaggio che lo ha reso noto, "Alghero" di Giuni Russo è il brano, eseguito con tanto di automobile cartonata,un cha cha vivace e colorato. Bianca Atzei, con "Ciao amore ciao", è energica al punto giusto, discreta interpretazione. Alex Britti chiude il gruppo con "Io mi fermo qui" dei Dick Dick e carica di pathos e rock/blues il brano, gli da una sostanziosa rispolverata, forse anche troppo. 

Per "Tutti cantano Sanremo" arriva il cavallo scatenato, personaggio del momento, "Massimo Ferrero", presidente della Sampdoria, preso già di mira da Striscia e Crozza, "Er Viperetta", tiene fede al personaggio e accenna anche "Vita spericolata" e da lo stop al televoto. Dopo la pubblicità a vincere sono i Dear Jack. 



I super ospiti sono i redivivi Spandau Ballet, che ovviamente danno vita a un mix delle loro hit più celebri. Per nostalgici e non. Sicuramente per Carlo Conti.

Il quarto gruppo vede Lorenzo Fragola esibirsi con "Una città per cantare" di Ron, in una versione sostanzialmente identica, pulita e precisa; altro vestito pessimo per Emma, ma che vi ha fatto??? Ecco "Il volo" che porta De Crescenzo con la celeberrima "Ancora", anche qui rivisitazione pressocchè identica, però che voci e che armonie. 

Altro giro, altra corsa, arriva Vittoria Puccini, protagonista della prossima fiction in due puntate su Rai uno, ovvero "L'Oriana", di Marco Turco. Spottone che un minimo di curiosità per vedere come è stata ritratta la Fallaci un pò lo mette.

Arisa, costantemente vestita a lutto stasera e sotto anestetico, ci mette un bel pò per presentare Annalisa, risultando comunque simpatica, si vede che è improvvisata come gag, è diverte... "Ti sento" dei Matia Bazar è il brano della rossa Annalisa, anche lei in nero, tira fuori la voce e tiene fede alla riproposizione fedele delle cover portate da questo gruppo. Lara Fabian chiude con "Sto male" di Ornella Vanoni, tragica e intensa, forse anche troppo, "francese", riscatta la performance della prima serata, anche se la sensazione è quella che sia un pesce fuor d'acqua.
Altro stop al televoto e ritorno di Luca e Paolo, sposi gay, tra stereotipi, razzismo e luoghi comuni, sempre ficcanti e incisivi. Il Volo passa il turno, come era lecito attendersi.




L'ultimo gruppo arriva con Gianluca Grignani, "Vedrai vedrai" ancora di Tenco è il pezzo scelto, al pianoforte, con una medusa che gli balla sulla testa, impossibile far rivivere quell'intensità, comunque bene. "Se bruciasse la città" ancora di Ranieri, è il turno di Nina Zilli, che è ovviamente a suo agio, ci mette vigore, oltre la solita gran voce; a incantare è però Malika, che offre un'interpretazione di "Vivere" di Vasco in maniera mirabile, coi violini in evidenza nell'arrangiamento. Masini fa sua "Sarà per te" di Francesco Nuti, troppo Masinizzata per così dire, ma l'omaggio in un Festival Toscano come questo è inevitabile e Nuti se lo merita di certo. 

Ritorna Piaciotti, rivela di esser stato il chitarrista dei Gazosa, ed esegue "Nessun dorma" rifatta in tinte rock, solo strumentale stavolta, sinceramente in questo progetto non ci troviamo niente di che, anche perchè non ci sembra esser ne particolarmente virtuoso come chitarrista ne come cantante d'opera... son gusti. A vincere l'ultimo gruppo è Masini, spinto forse dall'emozione suscitata.

I Saint Motel arrivano coi loro recenti singoli, mentre sono le dodici e quarantanove, ovvero, si è già fatto più tardi delle precedenti serate, una finita a quarantotto, l'altra a trentotto, bisogna ammettere che la differenza o quanto meno noi, preferiamo sentir canzoni piuttosto che lunghi intervalli comici o interviste e quindi nonostante tutto, non ci siamo resi conto, va beh, quasi... che si sia fatto ancor più tardi, perchè in ogni caso, ci sono state più canzoni e Carlo Conti è una garanzia comunque su questo versante, un meccanismo sicuramente più coeso.

Rocco Tanica, continua a spadroneggiare in sala stampa, mentre arriva il risultato finale, vince Nek su Il Volo, alla fine, giusto così. 

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