Umberto Maria Giardini - Protestantesima


Un album caldo e raffinato è "Protestantesima" di "Umberto Maria Giardini" che gioca "sul velluto" per così dire, con melodie efficaci, ben strutturate e non banali, immerse in un'atmosfera decisamente "emozionale", corroborate dalle parole del nostro, che colpiscono e sorprendono come sempre, per un sound retrò e arrangiamenti che lavorano sulle sfumature, a cominciare da "Protestantesima": "ridere non mi fa affatto bene a chi conviene invece no" titletrack e primo singolo estratto, dal sound anni'80, quasi ovattato, complice. "C'è chi ottiene e chi pretende": suggestiva, con un arrangiamento vario e prezioso, che mette in risalto la bellezza della melodia: "non mi davi la ragione che è la mia". "Molteplici e riflessi": "come vivevi tu vivevo io, con il cuore aperto e ferito il ventre pulito io" armonie delicate per una melodia tipica del nostro, coi soli di chitarra elettrica a conferire solennità alle parole. "Il vaso di pandora":mood new wawe, melodie sbilenche, stacchi incisivi, aperture epiche, impossibile non pensare agli Smiths, forse il brano di maggiore impatto, con un testo ironico e tagliente, ricco di giochi di parole: "torno quando sarà finito l'oro nero". "Seconda madre": brano folk avvolgente che cresce d'intensità, con una chitarra elettrica sinuosa che si erge preponderante: "l'unica colpa che ho è di averti dato il mondo". "Amare male": prosegue il discorso della traccia precedente, evidenziando "Colpe" e la metafora "Cibo/Sesso" dall'incedere solenne: "cuocimi il cuore e mangiane un pò, digererai prima di me, ignorando i miei perchè". "Sibilla": ballad diradata, calda e avvolgente: "eri innamorata di un delfino che per starti più vicino annegò". "Urania":"oggi è un altro giorno senza te, oggi è un altro slancio verso me" sospesa e marziale, dal mood anni'70, evocativa: "e cambierò le mie bugie in modo che combaceranno con le tue". "Pregando gli alberi in un ottobre da non dimenticare": "chi prende moglie chi prega gli alberi come me"... poetica traccia che sembra espandere il discorso intrapreso sia a livello testuale che musicale di "Urania", potremmo definirla una rock ballad aperta con un sound anni'70 venata di leggera psichedelia: "povero l'uomo che cerca virtù la dove la ruota scoscesa temeraria corre di più" che sfocia in una sorta di ghost track, delicata, per chitarra, voce e pochi orpelli:"senza cordone dormiresti senza più pancia".

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