Outcast


Il 3 giugno scorso su Cinemax ed in contemporanea, tre giorni dopo, su Fox Italia e un po' in tutto il mondo, è approdata “Outcast”, una delle serie più attese della stagione estiva statunitense. Dietro le quinte Robert Kirkman e chi meglio di lui che ha inventato anche il fumetto dal quale è stata tratta la serie, poteva tramutare i disegni cartacei in realtà? Non solo, dobbiamo ricordare che Kirkman è lo stesso ideatore del fumetto e poi della serie omonima “The Walking Dead”. Insomma è uno che vive per i fumetti ed in funzione di essi. 


L'idea di base della serie però ci fa subito venire alla mente “Supernatural”, ma senza la forza narrativa che quest'ultimo aveva soprattutto nelle prime stagioni. “Outcast” è una serie horror con tutti i fattori atti allo scopo finale, cioè far paura: esoterismo, possessioni demoniache, mistero e oppressione. E' attraverso questi ingredienti che ci viene raccontata la vita di Kyle Barnes (Patrick Fugit), abitante della fittizia cittadina di Rome, in Virginia, che, dopo una vita tormentata dalle possessioni, fin da bambino infatti Kyle ha sempre avuto a che fare con i demoni, sia la madre, Sarah (Julia Crockett) che l'ex moglie Allison (Kate Lyn Sheil), sono state colpite da possessioni, tanto che ad un certo punto a Kyle viene il dubbio che il problema sia suo. Evidentemente se tutti intorno a te vengono impossessati da forze maligne, un motivo dovrà pur esserci. 


Kyle quindi decide di vivere quasi da eremita, escludendosi, alienandosi, per cercare di non coinvolgere la società nelle sue relazioni dirette col sovrannaturale. Un giorno però torna nella sua vita il reverendo Anderson (Philip Glenister), uomo che aveva cercato già di aiutarlo da bambino, compiendo un esorcismo sulla madre di Kyle. L'uomo è tornato perché ha bisogno del ragazzo: i demoni hanno fatto ritorno in città e solo Kyle può dargli una mano per sconfiggere la minaccia. Tutto fa supporre che sia soltanto un caso isolato, che non avrà conseguenze, ma il demone che si è impossessato del bambino sembra conoscere Kyle. Non solo, durante l'incedere del Pilot, quest'ultimo scopre che il suo sangue ha un effetto repellente nei confronti dello stesso demone. Ed ecco spiegato il motivo della persecuzione nei confronti del giovane. 


Da quel momento, a piccoli passi, nella più banale delle ipotesi, i due uomini si uniscono per “sconfiggere il male”. E se all'inizio l'incipit di “Outcast” ci coinvolge e ci fa ben sperare, dopo appena un paio di episodi, tutto torna nell'ovvietà di sempre, con una storia piatta e asettica, con scene splatter, in cui sangue e corpi che si contorcono la fanno da padrone, ma senza l'innovazione che un po' ci aspettavamo. Di certo gli effetti speciali sono eccellenti, rendono forte una serie che in fin dei conti sarebbe stata come mille altre, ed il cast è in ottima forma. A proposito, nel cast dobbiamo ricordare anche: Megan Holter (Wrenn Schmidt), sorella di Kyle, che ha sempre aiutato il ragazzo nonostante il suo continuo tentativo di isolarsi dal resto del mondo, Mark Holter (David Denman), marito di Megan, agente di polizia che non ha un buon rapporto col cognato ed infine Giles (Reg E. Cathey), capo del dipartimento di polizia di Rome e amico di Anderson. 


La serie naviga, per gran parte della prima stagione, composta da 10 episodi, tra picchi di elevata tensione a momenti di una quiete evidentemente soltanto illusoria. Anche se la delusione nei confronti della serie è palese, dobbiamo anche sottolineare il fatto che in fin dei conti Kyle risulta un gran bel personaggio. In qualche modo Kirkman riesce a creare un legame tra il protagonista ed il telespettatore, perché la storia di Kyle attrae e trascina, peccato però che il contorno non funziona come speravamo.

Personaggi e doppiatori:

Kyle Barnes (Stefano Crescentini)
Reverendo Anderson (Roberto Pedicini)
Megan Holter (Chiara Gioncardi)
Mark Holter (Massimo Bitossi)
Allison Barnes (Gemma Donati)
Giles (Alessandro Rossi) 

Commenti

Translate