Auguri Francesco!



Più che ai 50 anni di Jovanotti, i 40 di Francesco Totti vanno rapportati a quelli di un Mick Jagger o del suo compare Keith Richards, vere e proprie leggende viventi che tuttora scaldano live i cuori. Bandiere, vessilli, che travalicano epoche e rivalità. Perché chi ama la musica non può non esser grato quanto meno agli Stones al di là se uno gli può preferire o meno i Beatles. Come Totti, direbbe Fabri Fibra, una delle ultime bandiere vere di questo nostro calcio malato che non investe sui vivai e prova a inventarsi inutili leggi per darsi parvenza di farlo. Come Totti che puoi essere juventino, milanista, persino laziale ma non puoi non essergli grato per la bellezza che ha regalato agli spettatori di qualunque tifoseria, anche quella volta che ha purgato proprio la tua squadra.
Ma Francesco Totti non è solo gol seppur quasi sempre di ottima fattura, Francesco Totti rappresenta uno spot per il calcio vero e proprio, giocatore totale, che vede gli spazi, il gioco, prima di tutti, inventiva e fantasia abbinate alla precisione millimetrica, di classe eccelsa in ogni fondamentale e che poi....si, fa anche i gol.

In questo quarto di secolo di magie, prelibatezze, arte pura, di Totti possiamo distinguerne quattro fasi. Il giovanissimo Francesco, ancora minorenne che Boskov lancia nella mischia su suggerimento a quanto pare di Sinisa Mihajlovic talentuoso e inevitabilmente acerbo come è normale che sia ma che fa già intravedere lampi di fuoriclasse al punto da essere paragonato a Rivera. Il Francesco che nel giro di pochi anni diventa Totti, l'ottavo Re di Roma, giocatore mostruoso, a tutto campo, bramato dal Real Madrid in primis, che resta e con Capello vince a Roma, che si badi bene, non è come vincere al nord. Il Totti "falso nueve", di Spalletti e Ranieri, bomber vero e regista avanzato insieme, micidiale, che vince la scarpa d'oro ma avrebbe meritato due scudetti almeno ma che nel mezzo finisce per giocare un mondiale a mezzo servizio ma a risultare determinante per l'Italia campione del mondo. 
L'ultima fase di una carriera straordinaria può paragonarsi a una continua rinascita, a stimoli che non vengono mai meno, a un entusiasmo che come un tornado travolge tutto, infortuni, età, minutaggio ridotto, polemiche, con la stessa voglia di arrivare di un ragazzino di sedici anni che vuole spaccare il mondo. Auguri Francesco!


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