Carlo Martinelli - Caratteri Mobili



C'è chi scrive un libro "Alessandra Penna", chi fa un disco solista "Carlo Martinelli"... i "Luminal" fermi, evidentemente non sanno starci, ma per fortuna, ed ecco che arriva "Caratteri Mobili" un ep più che un disco vero e proprio, visto che si tratta di cinque canzoni che il nostro tra l'altro porta con sé da anni. "Canzoni d'amore" che rifuggono la banalità per guardare in faccia la realtà; mentre musicalmente si guarda agli anni '70, tra canzone d'autore, pischedelia, prog e noise (in 1984) per arrivare ai '90 come un percorso naturale. Andando ad analizzare i brani:


"Un banale fatto di cronaca": "ogni volta che torni qui da me mi guardi come se non fossi io",  nonostante l'inizio fragoroso alla fine è una ballad dai sapori anni '70 dall'atteggiamento tipicamente prog, con le atmosfere che cambiano e coi cambi di tempo che si susseguono, a sublimare la passione, per quello che ci pare essere un delitto d'amore: "Io ho avuto fin troppo pietà tu hai riso sin troppo di me"




"Nella bocca del leone"; "Io ho un trucco che funziona per improvvisarmi artista" sorta di mantra blues che si arricchisce, crescendo di potenza e suoni per sfociare in un finale delicato e acustico che non ti aspetti, ispirata da “From The Lions Mouth” dei The Sound. "La colpa non è mia se io non ti amo"




"Andiamocene a Taiwan": "Aveva uno sguardo che alludeva a cose che sarebbero potuto accadere se avessi avuto abbastanza coraggio, ma pareva brutto e tirava vento" ha un non so che di crepuscolare e cinematografico nel suo essere intima e complice con un finale bellissimo, il brano di più recente composizione e forse anche il migliore del lotto: "Se non mi fido io come puoi fidarti tu"



"Cos’era che volevo dire?": "Forse sai come funziona quando non hai più sete, vodka lemon e vuoi morire" chitarra acustica ritmica in evidenza, per un incedere trascinante con un cantato volutamente sopra le righe... con opportune pause "alla fine della strada e della notte solo i pazzi sanno già come tornare"




"1984":  acustica e psichedelica, con tanto di vera e propria deriva noise, bellissima. un gioiellino per chi apprezza il genere, peccato sia quasi impossibile capire le parole visto il volume della voce sin troppo bassa.

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