Easy (Netflix)


Ancora la Netflix, ancora una serie nuova di zecca, ma stavolta non stupisce come è capitato spessissimo nelle precedenti occasioni. “Easy”, nuova serie antologica divulgata nel mondo qualche settimana fa, è fondamentalmente una serie corale e sessualmente esplicita. E' proprio lì la chiave di tutto: il sesso. La serie ruota completamente intorno ad esso, in tutte le sue forme, da quella puramente fisica a quella nata dal sentimento, passando per il sesso lesbico e chi più ne ha più ne metta. Ogni episodio ha un cast sempre diverso, ma le storie risultano tutte prive di intensità, nonostante gli attori siano molto famosi e capaci. Nel primo episodio dal titolo “The Fucking Study” troviamo Michael Chernus (“Orange is the new Black”) e Elizabeth Reaser (“Saved”, “Grey's anatomy”) alle prese con l'incapacità di ravvivare il desiderio sessuale e ci provano durante la notte di Halloween. 


Nel secondo “Vegan Cinderella”, l'essere vegana prende il sopravvento sulla relazione di coppia, con protagonista Kiersey Clemons. Nel terzo Dave Franco, fratello di James, in “Brewery Brothers”, svolge un'attività illecita all'insaputa della moglie. Nel quarto Raul Castillo (“Looking”) ritorna nella sua vecchia città e mette scompiglio nel rapporto di coppia di due suoi amici di vecchia data. Nel quinto “Art and Life”, con Emily Ratajkowski, vede l'incontro tra un fumettista e una fotografa. Nel sesto, “Utopia”, Orlando Bloom, Malin Akerman e Kate Minucci, sono protagonisti della classica crisi di coppia, che li costringerà a cercare nuove formule per rinvigorire il desiderio sessuale ormai latente. 


Nel settimo troviamo il Nick di “New Girl”, Jake Johnson, alle prese con due attrici in un momento difficile della loro vita, nell'episodio “Chemistry Read”. Ed infine, nell'ultimo, “Hop Dreams”, si torna all'episodio numero tre, infatti ritroviamo Dave Franco. Insomma un giro di sesso, amori e problemi per una serie che non lascia il segno. La Netflix sgarra il colpo stavolta e malgrado un cast stellare, la sceneggiatura non funziona e addirittura gli otto episodi della prima stagione risultano perfino troppi. 


Dietro le quinte a ideare, dirigere e sceneggiare c'è Joe Swanberg, alla sua prima effettiva prova con un pubblico ampio, perché dal 2005 è un regista indipendente. Non sappiamo ancora se la serie avrà un seguito, di certo è passata in secondo piano rispetto a molte altre del network e a nostro parere potrebbero già essere stati più che sufficienti gli otto episodi distribuiti il 22 settembre scorso. Punto di forza della serie sono senza alcun dubbio i dialoghi, da cui traspare una concretezza onesta, tangibile, senza orpelli. Però il sesso è un settore che potrebbe avere molto da offrire e molto da raccontare e bisogna anche saperlo raccontare. Occorre anche essere in grado, se si vuole intraprendere la strada della commedia, di costruire una serie con l'intento di far sorridere e in questo caso Swanberg non ci riesce.


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