“Luke Cage” torna ad essere la conferma che la Netflix sa
fare cose buone. Perché il network sta mettendo un po' troppa carne al fuoco,
producendo serie su serie mettendo a segno qui e là qualche colpo sbagliato,
come nel caso di “The Get Down” - che era stato presentato come un futuro cult
ed invece è passato in secondo piano - o “Easy” o ancora dell'ultimo “Glitch”,
di cui parleremo prossimamente. La serie dei “Defenders” però ha riattivato la
bellezza di un network che è visibilmente forte, che ha ancora molto da dire,
ma che dovrebbe un po' regolarsi sulle produzioni, lasciando spazio
prevalentemente alle cose davvero necessarie e degne di nota. Detto questo, se la qualità della serie è
indiscutibile, di certo non possiamo dire altrettanto sulla forza narrativa che
sta alla base della storia del terzo difensore messo in campo dalla Netflix,
perché oggettivamente non tutti hanno alle spalle storie forti come Daredevil o
Jessica Jones e proprio in tal senso Luke Cage è l'anello debole di questo
terzetto.
La storia di Luke ricorda un po' Wolverine, un po' Hulk, a tratti
anche vagamente The Punisher, per la vendetta di base che fa da alito a tutta
questa prima stagione, facendo in modo che il terzo Difensore della Marvel
reclutato dalla Netflix risulti sbiadito malgrado il colore della pelle. Dietro
le quinte ad ideare il tutto c'è Cheo Hodari Coker, con il soggetto originale
di Roy Thomas e John Romita Sr., grandi fumettisti che hanno davvero fanno
nascere Luke Cage nel lontano giugno 1972 e le bellissime musiche di Adrian
Younge e Ali Shaheed Muhammad. La stagione fatica a decollare, tanto che
dobbiamo aspettare fino alla fine del quarto episodio per cominciare a vedere
qualcosa di veramente interessante, ma da quel momento la narrazione esplode,
diventando una fucina di adrenalina e forza non solo fisica, perché fondamentalmente
è questo il potere di Luke: superforza ed invulnerabilità.
Protagonista della
serie è l'attore Mike Colter, che qui interpreta un ex carcerato,
originariamente chiamato Carl Lucas, che dopo un esperimento acquisisce una
forza sovrumana ed una pelle indistruttibile – anche se nel corso degli episodi
scopriremo che proprio indistruttibile non è – che lo aiuteranno nella lotta
contro il crimine per le strade di New York. Lo stesso Colter, inizialmente
restio ad accettare la parte, ha annunciato in una recente intervista: “Il mio
approccio con il personaggio è basato sulle sue qualità umane... è bello essere
un personaggio che ha una storia così importante da raccontare”. Luke, che noi
avevamo già conosciuto in “Jessica Jones”, perché ha un'avventura sessuale con
la protagonista nei primi episodi di quella serie, qui recupera il suo essere
cupo e riservato, al servizio della sua comunità, combattendo contro spietati
criminali che vogliono distruggere Harlem, il suo quartiere di origine, per
scopi meschini come denaro, potere e droga.
Tra questi ci sono: Cornell
“Cottonmouth” Stokes (Mahershala Ali), uomo privo di scrupoli proprietario di
“Paradise”, nightclub invischiato in traffici illegali; Herna “Shades” Alvarez
(Theo Rossi), criminale di strada implacabile e furbo; Willis “Diamondback”
Stryker (Erik LaRay Harvey), trafficante d'armi; Mariah Dillard, interpretata
egregiamente dalla splendida Alfre Woodard (“12 anni schiavo”), cugina di
Stokes, potente donna della politica locale, chiaramente con qualche rotella
fuori posto, che vuole apportare radicali cambiamenti nelle strade di Harlem.
Due saranno le persone che aiuteranno il nostro “eroe” nel corso di questa
prima stagione: Misty Knight (Simone Missick), detective con un forte senso di
giustizia che vuole a tutti i costi scoprire la verità, visto che inizialmente
tutti punteranno il dito contro Luke, come nelle più classiche situazioni
affini in cui il “diverso” viene sempre visto come il “cattivo” di turno,
mentre la seconda persona è una nostra carissima vecchia conoscenza: Claire
Temple (Rosario Dawson), unico personaggio presente sia in “Daredevil” che in
“Jessica Jones”, infermiera e donna dalla forza incredibile che aiuta i “buoni”
e si mette sempre nei guai, a conti fatti uno dei personaggi più amati della
saga dei “Defenders”. E' proprio dall'arrivo di Claire, se proprio dobbiamo dirla tutta, che la serie comincia a prendere la giusta quota. Non spoileriamo, ma la donna avrà un ruolo fondamentale fino alla fine di questa prima stagione.
Insomma, con le dovute differenze e con un discreto calo narrativo rispetto ai
suoi due predecessori – ma oggettivamente non tutti possono avere la forza
tecnica e narrativa di “Daredevil” - “Luke Cage” risulta comunque una serie di
tutto rispetto. Ci troviamo in una categoria ultimamente molto sfruttata e
bistrattata, quella dei supereroi per l'appunto: “Arrow”, “Supergirl”, “The
Flash”, “Agents of S.H.I.E.L.D.”, “Angent Carter”, solo per citarne alcuni. Ma
la Netflix ne esce sempre vincitrice, perché fino ad oggi è l'unico network ad
essere riuscito a mettere su delle serie qualitativamente notevoli in questo
ambiente solitamente indirizzato agli adolescenti. Invece la Netflix ci ha
fatto comprendere come si può confezionare un ottimo prodotto anche partendo da
un fumetto. Ricordiamo infine che il 17 marzo prossimo si aggregherà ai
“Difensori”, l'ultimo di essi: “Iron First”. E siamo certi che ne vedremo
ancora delle belle.
Personaggi e doppiatori:
Luke Cage (Metello Mori)
Cottonmouth (Alessandro Ballico)
Misty Knight (Gaia Bolognesi)
Shades (Alberto Angrisano)
Diamondback (Stefano Alessandroni)
Claire Temple (Francesca Fiorentini)
Mariah Dillard (Serena Verdirosi)
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