Diego Esposito - E' più comodo se dormi da me



“E’ più comodo se dormi da me” di Diego Esposito è un album gradevole, che si dipana in nove canzoni acustiche, con un arrangiamento che mira all’essenziale, a far emergere i giochi di parole del nostro e le melodie semplici ma efficaci. C’è qualche ingenuità, come qualche rima di troppa e qualche passaggio poco originale ma nel complesso il tutto è decisamente perdonabile, perché l’ascolto nell’insieme si pone come un corpus unico che non stanca.

“In una stanza”: arpeggi di chitarra, melodia ariosa per questa ballad che apre l’album “la musica poi quella non si tocca è a lei che ho dato il primo bacio sulla bocca”

“Toscana”: “il mondo non è poi così noioso come dice la tivù come dicevi tu” ballad circolare, con un buono special 

“Vecchio eliporto”: incedere blues scarno ed essenziale di sicuro appeal “questo è il posto più sicuro quasi quasi porto il fumo ci sto bene che mi metterò a cantare”

”Le parole quando vanno da se”: “non pensi all’arrivo se è il viaggio che conta” delicata filastrocca, intima e complice

“Come fosse primavera”: sul pianoforte portante, con una buona apertura melodica nel ritornello, con qualche ingenuità nel testo “si fa chiara l’atmosfera come fosse primavera”

“Fisica quantistica”: in questo brano invece le rime sono bene assestate “io non sono un principe e non sono neanche biondo e cerco un lieto fine mi sai dire tu qual’è?” è una sorta di ska divertente e ironico

“Mare”: “o miei sogni li tengo per mano sorridono al tempo” sospesa, con un buon arrangiamento

“Una canzone”: “non è facile volare se non provi mai a saltare” ritmica accattivante che sfocia in un intenso ritornello: “tu sei come una canzone che non riesco ad ascoltare”

“Chi festeggia”: “resta nel mio cuore quando non so cosa dire” venata di malinconia che cresce d’intensità via via e chiude l’album nel migliore dei modi

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