“Io sono un supereroe, Arthur, sono
in pratica invulnerabile, ho i riflessi di un gattone della giungla
di livello olimpico, ho la forza di dieci, forse di venti uomini...
di un autobus affollato di uomini! Ma il mio più grande potere è
questo: quando il destino parla... lui parla a me!”
Amazon porta in Tv "The Tick", un nuovo supereroe,
seguendo la moda del momento, ma lo fa in chiave ironica un po' come
ha tentato di fare lo scorso anno la NBC con “Powerless” con
scarsi risultati. Ben Edlund, ideatore dello show, con la regia del
premio Oscar Wally Pfister, mettono su una serie fantasy – tratta
dall'omonima saga a fumetti del 1986, che è già stata una serie a
cartone animato nel 1994 – completamente diversa da quella a cui
siamo abituati a vedere di solito, bisogna quindi togliersi dalla
testa lo stereotipo del supereroe “classico”, quello alla
Capitain America o alla Spiderman, Freccia Verde o compagnia
briscola, tanto per citarne alcuni, e aspettarci la qualunque da
questo “nuovo” eroe seriale.
Siamo ben lontani, infatti, da quel
mondo cinematografico fatto da realtà completamente lontane da noi,
perché Tick è più vicino all'uomo di quanto non lo sia Thor, per
dire. In “The Tick” i supereroi sembrano una cosa normale,
all'ordine del giorno, ed è in questo mondo lì che troviamo Arthur
(Griffin Newman) ragazzo timido e riservato con un passato difficile:
ha visto sia il suo gruppo di Supereroi, i Flag Five, che suo padre
uccisi nello stesso momento da The Terror, il più grande cattivo di
tutti i tempi, che il ragazzo è convinto sia ancora vivo. Proprio in
un periodo in cui Arthur sta indagando su quello che è successo al
padre, incontra Tick (Peter Serafinowicz), il supereroe dalla tuta
blu con due corna che si muovono in testa, una forza sovrumana ed una
(quasi) invulnerabilità. Da qui Arthur cambierà vita.
“The Tick”
ovviamente risulta essere una continua presa per i fondelli del mondo
supereroico che si prende spesso molto sul serio, in questo caso
invece c'è decisamente poca serietà e l'ironia regna sovrana.
Nonostante sembri una macchietta, Tick è Tick, non ha un alterego
umano, nel senso che è solo un supereroe e basta ed ha anche un bel
carisma, unito ad Arthur creano un duo stile Batman&Robin, ma
decisamente molto più divertente. Entrambi gli attori che prestano
il volto ai protagonisti riescono a dare una caratterizzazione
importante ad entrambi i personaggi. La prima stagione di soli sei
episodi risulta abbastanza scorrevole e carina, soprattutto nei due
episodi di confine, il primo e l'ultimo, ma alla fine dei conti non è
una serie accattivante, nonostante gli episodi siano di appena 30
minuti ciascuno, la serie è lenta, non attira, non ci trasporta al
suo interno, è più una parodia che una commedia, la battuta è
troppo riflettuta e poco spontanea.
Nella serie il contrasto tra bene
e male è molto labile, nel senso che Tick è sicuramente il buono
della situazione, colui che trasformerà, o almeno ci proverà,
Arthur anch'esso in un supereroe e sua spalla destra, ma non si sa
per quale motivo lui lotti contro il male, lo fa e basta, quasi
esclusivamente come dovere, per voglia, perché si deve fare. Fine.
Nonostante la completa diversità tra i due protagonisti, in realtà
c'è una cosa che accomuna Tick e Arthur: la solitudine. La voglia di
esere ascoltati, di avere un amico sul quale poter contare. Nel cast
ci sono anche una serie di interessantissime guest star: da Valorie
Curry a Brian Greenberg, fino ad arrivare ad una strepitosa Whoopy
Goldberg. Arrivata su tutte le piattaforme Amazon lo scorso 25 agosto
in versione sottotitolata e doppiata in italiano invece solo qualche
giorno fa, “The Tick” è una serie che si può seguire proprio
perché composta da soli 6 episodi, perché se fosse stata una serie
completa avrebbe avuto a lungo andare un effetto pressoché
soporifero. Proprio per questo potrebbe non avere un seguito, ma con
la Amazon mai dire mai.
Commenti
Posta un commento