“Tu lo trovi un lavoro significativo?
No, perché io quando ho cominciato mi sono autoconvinto che fosse
provvisiorio... e sono ancora qua”
Paragonata ad un pranzo principale “Get
Shorty” sarebbe il contorno, l'insalatina, quella di cui si può
tranquillamente fare a meno tra le varie portate. La nuova serie
della Epix, già rinnovata per una seconda stagione ed in arrivo in
Italia su TimVision, è una serie che non lascia traccia e che non
invoglia il telespettatore a seguirne la visione, una serie da cui
c'è da prendere ben poco nella trama, nonostante il cast importante.
Tratta dall'omonimo romanzo di Elmore Leonard, dal quale è stato
tratto anche il film del 1995 con John Travolta e Danny DeVito, e
portata in tv da Davey Holmes, la serie unisce crime a comedy nella
giusta dose, ma il film e lo show della Epix sembrano raccontare due
storie completamente differenti.
“Get Shorty” racconta la storia
di Miles Daly (Chris O'Dowd), sicario che, stanco della vita che sta
facendo e che lo ha irrimediabilmente allontanato dalla sua famiglia,
decide di lasciarsi il crimine alle spalle e di cambiare vita,
trasferendosi a Los Angeles. Arrivato lì l'uomo, convinto di avere
delle buone possibilità, tenta di introdursi nel mondo
cinematografico come sceneggiatore ed entra in affari col produttore
Rick Moreweather (Ray Romano), che non becca un film giusto da anni
ed ormai è completamente al verde. L'uomo inizia così a riciclare
denaro sporco insieme alla sua spalla destra Louis (Sean Bridgers).
Ovviamente però non sarà semplice per Miles ricominciare da zero,
perché il suo passato da criminale incallito torna a bussare alla
sua porta e si raddoppia quando scopre il marcio che nasconde Rick.
Il cast è numeroso e molte sono le guest star, da Peter Stormare a
Felicity Hoffman, Alan Arkin e Dean Norris, tra gli altri. La serie,
la cui prima stagione è composta da 10 episodi, è a tratti
brillante, tendente alla comedy, con delle belle location e una buona
colonna sonora, ma molto tradizionale e poco originale, a volte
perfino banale nella narrazione. Si ritorna a raccontare la vita di
un uomo che vuole ripartire da zero, come ormai spesso succede da
“Breaking Bad” in poi. In questo caso però avviene tutto
all'inverso, dal crimine si tende a ritrovare la strada “giusta”,
in questo caso: la strada di casa, verso l'amore della famiglia,
cercando in particolare un rapporto con la figlia che si sta a poco a
poco deteriorando. Chris O'Dowd e Ray Romano sono senza alcun ombra
di dubbio gli unici punti di forza di una serie che pecca in
originalità, con una narrazione lenta e sonnacchiosa, ma è
riscontrabile il fatto che comunque la serie sia riuscita a ricavarsi
una sufficiente fetta di affezionati che hanno consentito a “Get
Shorty” di tornare a fine 2018 con la stagione numero 2.
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