Il Miracolo (Sky)


“Immagini di spremere un arancio, il succo che ne produrrà sarà sempre meno del peso dell'arancio stesso, al massimo uguale... per ora, da quando siamo qui, una statua che pesa due chili e trecento grammi ha prodotto più di seicento litri di sangue... le leggi della fisica per questa statua non funzionano”

La sigla, “Il Mondo” di Jimmy Fontana, apre le danze per una delle serie tv italiane più attese dell'anno. Finalmente, da un po' di tempo a questa parte, grazie alla Sky, anche l'Italia si sta avvicinando a livelli seriali importanti, dopo “Gomorra” e “The Young Pope”, ecco “Il Miracolo”, la serie di Niccolò Ammaniti, già premiata, prima ancora del suo debutto televisivo, ai Sèries Mania, Festival internazionale di serie tv francese che si svolge ogni anno a Lille Haunts-de-France e che ha avuto enorme successo di pubblico nei primi episodi di messa in onda. “Il Miracolo” è stato considerato dalla critica un evento unico e straordinario che parte da questo termine, “miracolo”, per l'appunto, eccessivamente sfruttato negli ultimi anni. Ed il miracolo, qui considerato come un reale evento incomprensibile e fuori dalla realtà, in questo caso sta nell'immagine di una Madonna che piange sangue copiosamente, statua trovata durante una operazione di polizia in un covo di un boss della 'ndrangheta e che ora si trova al centro di una piscina vuota. Su Sky Atlantic dall'8 maggio, per la prima volta Ammaniti si mette completamente a disposizione di un proprio progetto, facendosi coinvolgere non solo nelle fasi di produzione e scrittura, ma anche alla regia. 


Protagonista della serie è Fabrizio Pietromarchi, interpretato da Guido Caprino, presidente del consiglio italiano, che si ritrova a dover gestire una situazione fuori dalla sua portata, ma che cambierà la sua vita e quella delle altre persone che con questa statua in qualche modo entrano in contatto. E' il generale Giacomo Votta (Sergio Albelli), che prenderà in mano il caso e gestirà la situazione cercando di comprendere la natura dell'accaduto insieme al suo team di esperti, tra i quali spicca la biologa Sandra Roversi, interpretata dalla bravissima Alba Caterina Rohrwacher, che da scienziata qual è farà molta fatica ad accettare l'inspiegabile fenomeno, ma quando capisce che potrebbe essere davvero un miracolo ne diventa ossessionata. Sono loro i tre protagonisti di una serie che è chiaramente tra le cose più belle che siano mai state prodotte e create in Italia nell'ambito seriale. 


La serie segue il corso di otto giorni, uno per ogni episodio della prima stagione ed ovviamente segue anche la vita di chi ruota intorno ai tre personaggi sopra descritti, prima fra tutte la moglie di Pietromarchi, Sole (Elena Lietti), che nasconde un animo intricato e contorto; Padre Marcello (Tommaso Ragno), considerato un “uomo di chiesa” che così affidabile non è, anzi, conosceremo prima l'aspetto “umano” e soprattutto meschino dell'uomo Marcello e non di certo dell'uomo di fede; ed infine Clelia (Lorenza Indovina), donna legata al passato del prete. La statua della Madonna è come se fosse una bomba ad orologeria, situata in una piscina vuota che funge da innesco agli eventi, da stravolgimento delle vite, diventando quasi parte integrante e ossessiva delle esistenze dei tre protagonisti, ma che fa concretamente da fondo ad una storia incredibilmente accattivante. 


“Il Miracolo” quindi è una serie coraggiosa, potente, perché già di per se è potente il primo piano sulla statua sanguinante, è una serie interpretata da un cast che fa il suo lavoro egregiamente e gestita in maniera eccellente da una mano esperta, quella di Ammaniti, il cui tocco lo si riconosce subito: ci si ritrova la claustrofia di “Io non ho paura”, l'eccentricità di “Che la festa cominci”, la fantasia di “Anna”, il linguaggio di “Io e te”, suoi marchi di fabbrica inconfondibili. “Il Miracolo” è a conti fatti una serie senza una caratterizzazione specifica: una serie politica, religiosa, drammatica, psicologica, complessa, ricca di sfumature, di luci e soprattutto di ombre. Da non perdere.

“Siamo fatti così... Dio ci ha messo il dubbio nella carne e non è Dio che ha bisogno dei miracoli, siamo noi. Il miracolo è il segno della misericordia di Dio e della nostra miseria, perché chi ha fede non ne ha bisogno” - “E allora a che servono?” - “A chi non ce l'ha... o a chi la sta perdendo”

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