“Sangre es sangre. Sei l'unico di cui
mi fido veramente. Non posso chiederti di farlo, a meno che tu non lo
voglia davvero. Il club, la vita... tutto quanto, con tutto te
stesso! Perché se hai qualche dubbio, devi andartene.”
Se n'è parlato molto, per tanto tempo,
e finalmente è arrivato lo spin-off di “Sons of Anarchy” - serie
tv andata in onda sempre sullo stesso network, la FX, dal 2008 al
2014 – dal titolo “Mayans M.C.”. Ancora una volta dietro le
quinte ad ideare il tutto c'è Kurt Sutter e la sua mano la si vede
chiaramente fin dai primi fotogrammi. “Mayans M.C.” è
sicuramente una serie che ha bisogno di tempo per essere apprezzata,
i primi episodi finora andati in onda sono piuttosto lenti, ma
prevediamo che, come il più classico motore diesel, la serie
inizierà a prendere forma col tempo. C'erano molte aspettative in
merito, forse un po' troppe e a dirla tutta ci aspettavamo forse
qualcosa di più fin da subito, ma alcune serie hanno bisogno di
carburare.
“Mayans M.C.” ci porta due anni e mezzo avanti gli
eventi raccontati sul finale di stagione della serie madre e di
racconta di un nuovo gruppo di motociclisti, lo stesso che all'epoca
dei fatti era spesso affianco o contro i “figli dell'anarchia”.
Ripartiamo da un giovane protagonista, allora c'era Jex Teller
(Charlie Hunnam), che discendeva da una famiglia fondatrice di club,
qui invece il giovane in questione, Ezekiel Reyes detto Ez (J.D.
Pardo) è una recluta che è entrata nel Mayans club da poco tempo,
dove già milita suo fratello maggiore, Angel (Clayton Cardenas). Tra
contrabbando, droga, rapporti familiari lesionati, cartelli messicani
e delle amicizie che sono, così come in passato, fattori importanti
su cui poggia tutta la serie, “Mayans M.C.” ci riporta a quel
mondo che ha fatto diventare “Sons of Anarchy” un grande Cult del
suo settore, con un seguito di fans che ancora oggi lo acclama a gran
voce e finalmente, in un certo senso, sono stati accontentati. La
serie però ci propina fin da subito un Pilot lungo quasi un'ora e
mezza e risulta decisamente faticoso portarlo a termine in un'unica
soluzione proprio per la lentezza suddetta. Il cast è forte, ma
numerosissimo, da ricordare ci sono anche, il resto della famiglia
Reyes, Felipe (Edward James Olmos) e Marisol (Jaqueline Obradors), ma
anche Michael “Riz” Ariza (Antonio Jaramillo) e Johnny “El
Coco” Cruz (Richard Cabral).
A differenza del suo predecessore, è
chiaro fin dalle prime battute, che “Mayans M.C.” sia più latino
americano e anche, se vogliamo, più lontano dalle tematiche a cui
siamo abituati nelle serie televisive statunitensi, ma questo non può
essere che un bene. Certo le meccaniche familiari e la storia in se
segue sempre terreni già ampiamente pascolati, quindi non si può
urlare all'originalità assoluta, tutt'altro, ma di certo non ci
troviamo di fronte alla più classica serie di azione a cui siamo
abituati giornalmente. Bellissima la location, tra California e
Messico, dove Ez, con la sua genialità, cerca di vendicarsi di un
pericoloso cartello messicano. Altra pecca della serie sta nel non
ritrovare il protagonista assoluto e affascinante, che attirava quasi
interamente l'attenzione su di se, qual'era Jax nell'interpretazione
di Hunnam, qui la forza sta più negli elementi familiari e sociali
che ruotano intorno al nuovo protagonista. Di contro dobbiamo dire
però che i dialoghi sono sempre molto originali ed interessanti, c'è
la giusta dose di humor, ma mancano le grandi emozioni del
predecessore.
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