“Sunday morning brings the dawn in…”, per citare i Velvet Underground. E l’alba dei Sunday Morning, cioè la loro nascita, sorge nel 1998. Archiviati cambi di line-up, tanti live e l’esordio Take These Flowers To Your Sister risalente al 2005, nel 2007 arriva però un lungo periodo di pausa, inframezzato nel 2010 dall’avventura da solista di Andrea Cola con l’album Blu. Vari anni dopo, la rinascita: i Sunday Morning tornano con l’autoprodotto Instant Lovers, del 2015, e a stretto giro con Let It Burn, del 2016, a documentarne l’urgenza espressiva in presa diretta e a inaugurare il sodalizio con l’etichetta ravennate Bronson Recordings. Nel 2017 la band apre i concerti italiani di Micah P. Hinson.
Sostenuto da un tour organizzato da BPM Concerti e in continuo aggiornamento, Four spinge l’alt-rock del gruppo ancora più in là, con assoluta padronanza dei propri mezzi e credibilità internazionale, con eleganza e senso della misura. Con i piedi ben saldi a terra, legati alle radici, ma la mente lanciata nella selvaggia dimensione del sogno. Tra influssi blues e indie folk, all’insegna di una scrittura tradizionale – o per meglio dire eterna – che rimanda a Bruce Springsteen, Neil Young e Ryan Adams, così come a formazioni quali Big Star, Black Crowes e Wilco, sino al presente dei The War On Drugs. Four è il grande romanzo americano dei Sunday Morning e, come tale, non ha bisogno di artifici e inutili orpelli, né di inseguire le mode del momento. Ricorrendo soltanto alla forza del songwriting e alle esperienze vissute in prima persona. Diventare dei “classici”, anche al giorno d’oggi, è possibile.
|
Commenti
Posta un commento