Briarpatch (USA Network)



“Non sono un grande fan degli sbirri, come regola generale... ma lei sembrava brava”

In questo periodo in cui tutto sembra ormai arrivare da Netflix, Apple Tv+ e Amazon, c'è ancora qualche altro canale americano che di tanto in tanto riesce a creare ancora qualcosa, tra questi c'è la USA Network che produce “Briarpatch”, mettendo insieme un cast essenziale, ma brillante, in cui emerge una splendida Rosario Dawson, già vista tra gli altri in “Daredevil” e “Luke Cage”, che qui interpreta Allegra “Pick” Dill, investigatore che lavora per un senatore, ormai diventata molto famosa nel suo ambiente, che si trova costretta a tornare nella sua cittadina d'origine, in Texas, perché la sorella Felicity, anch'essa detective, viene brutalmente assassinata a seguito di un esplosione della sua auto. Pick è la classica “donna con le palle”, una che non lascia facilmente trapelare le proprie emozioni e che cerca, proprio con questo suo piglio lucido e diretto, di fare chiarezza su una tragedia che la coinvolge in prima persona.



E' però l'ambientazione che circonda lo show il vero protagonista di tutto, perché ci troviamo in una cittadina in cui tutto può succedere, dove in una notte qualunque qualcuno decide di entrare allo zoo e liberare gli animali, creando da lì una vera e propria carneficina in giro per le strade della città. Il mistero c'è, i segreti non mancano, in questa serie antologica creata da Andy Greenwald, già sceneggiatore di “Legion”, basata sull'omonimo romanzo di Ross Thomas, che ruota fondamentalmente tutta la sua trama nel complotto, nel thriller, ma soprattutto nel drama. I particolari, le minuzzaglie, le piccolezze, sono la vera forza della show, in cui si entra dentro la bocca di un uomo che sta mangiando, si fa un primissimo piano su un cerbiatto fucilato per strada, si entra dentro lo specifico, ci viene mostrato l'inconsueto, per raccontare una storia che in fondo in fondo di inconsueto ha davvero poco. Come abbiamo sempre detto non è un cast a fare una serie e nemmeno può esserlo il contorno, la location, che per quanto bella se lo spazio al suo interno non viene giustamente riempito crea molto vuoto, ed è proprio questo il caso. La narrazione è lenta e spesso si perde l'attenzione sulla storia, a lungo andare annoia e dieci episodi da 50 minuti ciascuno risultano veramente molto pesanti, nonostante il dramma e il giallo.



Lo show è un mix tra “Justified” e “Trial & Error”, due serie diametralmente opposte direte voi, infatti è proprio questa la chiave di tutto: “Briarpatch” è un thriller dai risvolti a tratti volutamente, o almeno si spera, comici. Nel cast: il capo della polizia Eve Raytek (Kim Dickens), il frizzante avvocato, che tutto sembra tranne che un avvocato, AD Singe (Edi Gathegi) ed il Capitano Gene Colder (Brian Geraghty). In sintesi ci troviamo di fronte ad una serie carina, indirizzata a chi ama le cose strambe, in cui il lato mistery è poco misterioso, non ha quell'intrigo di base che riesce ad attirare l'attenzione a pieno e nel quale l'omicidio dell'incipit, che dovrebbe ruotare su tutto il resto, fa da sfondo ad un fortissimo cast, dei personaggi bizzarri ed un mondo visibilmente funky.


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