Lockdown all'Italiana, la recensione del film di Enrico Vanzina


Risulta palese che Lockdown all’Italiana di Enrico Vanzina sia un film nato per cavalcare la stretta attualità e per far uscire un prodotto dai costi decisamente contenuti. Vanzina ha addirittura scomodato Carnage di Roman Polansky come riferimento del film. Esagerato è dir poco, visto che siamo nei campi consoni della commediola all’acqua di rosa che Vanzina propina da anni. In più vista la drammaticità del periodo storico che stiamo vivendo ci mette in mezzo discorsi pseudo seri che però messi in bocca a Ezio Greggio scadono nel ridicolo involontario, oltre che ad apparire immotivati, fuori dal contesto. Qualche citazione e auto citazione di contorno, due battute in croce, l’indispensabilità di Gucci e Greggio che va a caccia e anche a Pescara e il solito botta e risposta tra coppia borghese e coppia proletaria, in una sorta di elogio dello stereotipo e dell'esasperazione dei personaggi, che diventano sempre meno credibili man mano che la flebile vicenda si delinea. Un film che dovrebbe far ridere lasciando persino qualche scampolo di riflessione da parte del suo autore e che invece mette solo tristezza.

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