Blu, la recensione di Io sognavo noi

 


Io sognavo noi

Mario Giarola in arte Blu esordisce con l’ep Io sognavo noi, sei brani di cui uno in inglese, dove Blu canta con garbo e delicatezza ma senza perdere in intensità, la fine di un amore, tra ricordi e nostalgia, con tenerezza, ma anche con estrema lucidità. Testi di Mario e musica a cura della cantautrice Veronica Marchi in collaborazione con lo stesso Giarola e arrangiamenti, ottimamente curati da Davide De Blasio. 


I Brani


Si parte con "Ti avevo trovato": un'elettronica minimal e un recitato interessante che sfocia nella melodia del ritornello:  “non c’è pensiero che non sappia di te, sono i ricordi che vivono in me un filo teso tagliato a metà da chi l’amore forse non sa”. Poi è il turno della delicata ballad 

"E sogno è rimasto": "Eravamo tutto ciò che puoi desiderare eravamo niente più niente ma insieme" Col pianoforte portante. Blu, poi dimostra di saperci fare anche con l'inglese:"Tell me why": ballad rarefatta, dove si può apprezzare l'arrangiamento.


"6250 ore fa": "..stavamo sognando" è una sorta di breve mantra molto originale.

"Vivere a metà": stavolta sono le ritmiche in evidenza, in questo brano pop dance, di sicuro impatto: "questo letto è troppo vuoto quante volte ho immaginato". Chiude, in maniera efficace "Senza più un senso": "tutto è più bello se resta qui dentro anche le cose senza più un senso".


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