The Investigation (Tv2/SVT/BBC Two/HBO)


“Ha inventato una storia che spieghi perché troveremo tracce di sangue nel sottomarino... il corpo avrà una ferita alla testa. Noi diciamo che è un omicidio e lui che è stato un incidente”


Co-prodotta da Danimarca (Tv2), Svezia (SVT), Regno Unito (BBC Two) e HBO (Stati Uniti), “The Investigation” è sicuramente la serie più interessante vista fino a questo momento dal primo gennaio 2021. La miniserie in 6 parti diretta da Tobias Lindholm ci racconta la storia della giornalista svedese Kim Wall che il 10 agosto 2017 è salita su un sottomarino a Koge Bugt, in Danimarca, con lo scopo di intervistare il proprietario, l'imprenditore danese Peter Madsen. La donna però non ha fatto più ritorno, qualche giorno dopo è riaffiorato dal mare il sottomarino affondato e Madsen venne invece trovato sano e salvo poco dopo e quindi arrestato con l'accusa di omicidio. Soltanto 10 giorni più tardi pezzi del corpo della giornalista vennero ritrovati in diversi punti dell'area circostante. Soltanto quasi un anno dopo l'uomo venne dichiarato colpevole e condannato all'ergastolo.

Da qui la nascita di “The Investigation” che vede Soren Malling interpretare il capo ispettore Jens Moller; Laura Christensen nel ruolo dell'investigatore di polizia Maibritt Porse; Pilou Asbaek nei panni del procuratore speciale Jakob Buch-Jepsen; ed infine Rolf Lassgard e Pemilla August che prestano il volto ai genitori della Wall. “The Investigation” è un racconto onesto ed elegante su un argomento che è tutto tranne che onesto ed elegante ed è questo contrasto a rendere tutto inconsueto. Il cast è eccellente in ogni sua parte, inoltre la parte fondamentale di tutta la narrazione sta proprio nei silenzi e nei primi piani, negli sguardi dei protagonisti. I sei episodi sono cupi, rispettosi nella narrazione, addirittura durante la serie non verrà mai pronunciato il nome del colpevole né ne vedremo mai il volto, né il suo né quello della vittima, mantenendo così le distanze su tutto, ma rimanendo assolutamente lucidi e “sul pezzo” con costanza e per tutto il tempo dei sei episodi. Tutto avviene già nei primissimi minuti, quando il sospetto viene fermato e arrestato e da qui la storia si dipana e si allarga in mille pezzi e, come un puzzle, starà al telespettatore incastrare tutto. 

I dettagli, la precisione, il contorto meccanismo del sistema legale danese, il dolore dei genitori della Wall e la curiosità, ma anche lo sconcerto della gente, che rimane però a guardare passo passo la storia. All'epoca questo evento divenne famoso non solo in Danimarca e Svezia, ma colpì un po' tutto il mondo, ma in quei Paesi in particolare, divenne un vero e proprio caso, e la serie non ci risparmia anche quella parte. Nonostante le minuzie, i minimi particolari, lo show rimane incredibilmente poetico e drammatico. Ci sono minuti che sembrano interminabili di silenzi, ma che sono in realtà pieni di cose, di dettagli, di musica triste, di prove, dove anche il rumore della pioggia diventa parte integrante di tutto. A tratti sembra quasi un documentario per la realtà delle immagini e per questo si deve fare i conti con gli errori, con le mancanze, perché viene riportato in Tv tutto quello che non è stato scoperto durante l'indagine vera e propria, perché non si è mai scoperto il motivo della morte, la soluzione definitiva, non c'è una vera resa dei conti in tribunale e forse questo potrebbe far storcere il naso a chi segue la serie, ma è ciò che è realmente successo. Finisce tutto senza confronto, senza sciogliere tutti i nodi, ma il telespettatore ne uscirà sicuramente soddisfatto e pieno di scene accattivanti, suggestive e delicate. Finora la serie migliore del 2021.


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