“Blindspot” è l'ennesimo telefilm
dalle aspettative troppo elevate che alla fine delude puntualmente.
La storia ci era stata mostrata come qualcosa di finalmente
innovativo ed originale nel panorama della serialità globale, nei
trailer si parlava di tatuaggi che avrebbero rivelato chissà cosa,
chissà dove, chissà quando... alla fine della fiera è il solito
procedurale con una storia di base un po' "diversa", ma niente di più.
L'incipit non è male: una donna viene ritrovata nel bel mezzo di
Times Square, nel distretto newyorkese di Manhattan, dentro una
valigia, completamente nuda e ricoperta di tatuaggi, ma non pensate
minimamente ai tatuaggi e alla storia incredibile e piena di pathos
di Michael Scofield in quel di “Prison Break”, perché non c'è
nulla di così incredibile in “Blidspot”, anzi, tutt'altro.
Inizialmente senza identità la donna verrà indicata come Jane Doe,
come in tutti quei casi di persone ritrovate di cui non si sa nulla
sui dati anagrafici. La Jane Doe in questione potrebbe essere Taylor
Shaw, interpretata da una brava Jaimie Alexander (“Watch Over Me”),
che non ricorda assolutamente nulla della sua vita precedente e
soprattutto del significato di quei misteriosi tatuaggi. Il DNA di
Taylor corrisponde a quello di una bambina scomparsa 25 anni prima,
creduta morta, vicina di casa dell'agente speciale a capo dell'FBI,
Kurt Weller (Sullivan Stapleton), che non si era mai dato pace,
colpevolizzando il suo stesso padre, Bill Weller (Jay O. Sanders),
per la scomparsa di Taylor, e che ora comincerà ad indagare insieme
alla donna e alla task force da lui guidata per risolvere l'enigma
dei tatuaggi.
Nel cast da ricordare anche: Edgar Reade (Rob Brown),
agente dell'FBI, Tasha Zapata (Audrey Esparza), ex ufficiale del
NYPD, Patterson (Ashley Johnson), capo dell'FBI, il Dottor Borden
(Ukweli Roach), psicologo che aiuta Taylor a recuperare la memoria e
Bethany Mayfair (Marianne Jean-Baptiste), assistente del direttore.
Tra uomini misteriosi, CIA che si vuole appropriare del caso, sorelle
impiccione e pericolosi gangster, la storia si snocciola come nei più
classici police procedural d'Oltreoceano. Ogni episodio ha la sua
storia, legata ad un tatuaggio e ad un possibile “cattivo”
congiunto a quel medesimo disegno sulla pelle della donna. L'incipit
è forte, ha personalità, il Pilot è pieno di roba e lascia ben
sperare, ma si va perdendo per strada nel corso degli episodio.
Ed
ancora una volta la NBC non graffia, non morde, come quasi tutte le
serie dei network generalisti, rimane inchioda sul suo senza strafare
ed avendo una storia così forte di base, avrebbe potuto mirare a ben
più ampi orizzonti, invece si frena, la storia risulta bloccata,
lenta e ci offre la solita trama senza peso, centellinata e diluita
in troppi episodi, che si, avrà la sua seconda stagione, ma il calo
d'ascolto subito nelle prime 23 puntate della prima stagione, non
fanno ben sperare. Insomma la NBC ci mette davanti ad un “The
Blacklist” al femminile, al posto del supercriminale che aiuta a
catturare i suoi “colleghi”, c'è una donna senza memoria e con
dei tatuaggi che servono fondamentalmente allo stesso scopo. Tutto
già visto insomma.
Dietro le quinte troviamo Martin Gero, già
ideatore delle serie su “Stargate” e il solito Greg Berlanti
(“Arrow”, “Flash”, “Legend of Tomorrow”, “Supergirl”),
che finalmente ci mostra che oltre ai fumetti sa creare anche
qualcosa con la sua testa, che plasmano insieme questa serie che
avrebbe potuto dare decisamente di più al palinsesto della NBC, ma
che alla fine risulta una copia di “The Blacklist” con la solita
pseudo attrazione tra i due protagonisti, con il solito procedurale
che ha stufato e con una banalità di fondo che purtroppo ci porta
non solo fregatura per qualcosa che pensavamo di vedere ma che non
vedremo mai, ma anche a bocciare la serie sotto ogni punto di vista,
tranne, in parte, il settore attoriale che qui e là risulta tutto
sommato buono (nella trasposizione italiana sicuramente aiutato dal
nostro doppiaggio sempre impeccabile).
Personaggi e doppiatori:
Taylor Shaw (Federica De Bortoli)
Kurt Weller (Marco Vivio)
Edgar Reade (Gianfranco Miranda)
Tasha Zapata (Perla Liberatori)
Patterson (Domitilla D'Amico)
Robert Border (Fabrizio Manfredi)
Bethany Mayfair (Anna Cesareni)
Bill Weller (Luca Biagini)
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